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La Chiesa

La Chiesa

All'interno della chiesa sono presenti numerose testimonianze artistiche come un Crocifisso della fine del '400 e inizio del '500 con i Dolenti opera di Michele Arcangelo Palloni. Nel primo altare a sinistra troviamo ``Sant'Andrea Corsini che distribuisce il pane ai poveri`` di Francesco Curradi, nel secondo altare ``La Madonna del Rosario con Santi`` di Giovanni Nigetti e a seguire l'``Annunciazione`` di Bernardino Monaldi. La chiesa conserva anche numerose reliquie di santi: Enea, Onorio e Valerio.

il culto dei santi e delle reliquie

S. Quirico e Giulitta

La Parrocchia oltre al culto a San Quirico aggiunse nei secoli quello a S. Giulitta sua madre e poi quello ai Santi Valerio, Enea ed Onorio, che probabilmente furono martirizzati nel IV° secolo. Il culto cristiano dei Santi propriamente detto ha inizio nel II° secolo e viene reso innanzitutto a coloro che sono stati in modo particolare simili a Cristo, sia nella loro vita con la predicazione e diffusione della Parola di Dio, come i Profeti e gli Apostoli, sia nella loro morte con la professione della verità della fede come i Martiri, che hanno “bevuto con Lui il calice”. A poco a poco entrò dentro la Chiesa la consuetudine di celebrare l’anniversario della morte dei Martiri (dies natalis), giorno della nascita al cielo: i pagani celebravano il giorno della nascita dei loro defunti, i cristiani il giorno della loro morte. L’invocazione dei Santi, per ottenerne la protezione, cominciò verso la metà del III secolo. La fede nella loro intercessione trovò la sua espressione nelle iscrizioni tombali delle catacombe, nelle liturgie, negli atti dei Martiri e nelle Litanie dei Santi. Nel medioevo il loro culto e la loro invocazione ebbero un grande sviluppo. La polemica protestante rimproverò però alla pietà cattolica, l’aver favorito la più grossolana superstizione ed il feticismo pagano e forse ciò fu anche a causa delle reliquie dei Santi stessi. Con il termine reliquia la Chiesa Cattolica ha sempre inteso i corpi dei medesimi, conservati interi od in parte. In senso lato vengono annoverati tra le reliquie anche gli oggetti di cui i Santi si sono serviti durante la loro vita e che sono stati in contatto fisico della loro persona, come i vestiti, i libri, le loro case e gli utensili. Talvolta si introdussero alcuni abusi e poiché il devoto desiderio di possedere reliquie autentiche non poteva essere sempre soddisfatto, non deve stupire se fu fatto ricorso a falsificazioni.

Le parole del Mons. Celso Calzolai

Era stata stabilita la festa della Traslazione delle Reliquie l’ultima domenica di Aprile.Col tempo la devozione dei capallesi ha intessuto delle celebrazioni che superano quella religiosa e che si riflettono anche nel linguaggio e nei costumi locali. Ai tre Martiri è stata applicata una simbologia: il sole, il vento e l’acqua: condizioni atmosferiche consuete al volgere del mese d’Aprile. Nel giorno della Festa i tre Santi farebbero una disputa per determinare la prevalenza di uno di loro: perciò un anno soffia il vento, poi la pioggia e così di seguito. Il paese si rivestiva di quel folklore che anima ogni Kermesse paesana: bancherelle di ogni genere, in particolare di dolciumi casalinghi. Tutti gli abitanti dei dintorni, anche remoti, si danno appuntamento a Capalle.